La maggior parte delle donne non indossa capi in colori accesi.
Non sono io a dirlo, ma voi stesse.
Osservo le donne vicino a me, nei negozi, per strada e noto solo una manciata di colori: nero, bianco, blu, beige e grigio.
I colori accesi sono presenti, ma in piccolissime quantità, come delle piccole pennellate qua e là.
E’ un dato di fatto.
Qualche settimana fa, parlando con una mia cliente, dopo la consegna del Book di Consulenza, mi esprimeva la sua soddisfazione nel guardare gli abbinamenti “ispirazionali” che avevo creato per lei sulla carta.
A quel punto mi domanda: “Ora, però, ho una sola paura. Gli abbinamenti mi piacciono e li indosserei volentieri, ma non sarà troppo indossare questi abbinamenti di colori, quando la media delle persone che mi circondano si vestono in modo più “banale”?”
Fra parentesi, una domanda simile, me l’aveva posta ancora prima, un’altra cliente, che invece si era convinta che la gonna non fosse adeguata a livello professionale.
Qui trovate l’approfondimento in un mio articolo su Linkedin, dove parlo di “abitudine visiva”.
Tornando a noi e alla domanda della mia cliente, bisogna specificare due aspetti.
- Le donne non indossano i colori accesi perché non sanno come abbinarli.
- Le donne non indossano i colori accesi perché hanno paura di essere osservate e giudicate male.
Venendo al primo punto , capite bene come possa essere di facile soluzione.
Fare un corso o una consulenza con un’esperta di immagine come la sottoscritta, può facilmente aiutare a risolvere la mancanza di informazioni e quindi a colmare l’inesperienza in fatto di abbinamenti cromatici.

Il secondo punto, è più difficile da approcciare, perché ha a che fare con una condizione che noi attribuiamo “agli altri che giudicano”, ma, invece, ha a che fare con la nostra autostima e sicurezza.
Ciascuno di noi vuole far parte di una comunità, allo stesso tempo, vuole essere riconosciuto, considerato e accettato dalle persone di cui si circonda.
Ma questo bisogno nasconde un’insidia, che è, molto spesso, quella di uniformarsi agli altri per essere accettati, risultando così banale e senza personalità.
Secondo voi cosa ho risposto alla mia cliente?
Questo desiderio, tradotto in immagine, è normale che non sia standardizzato.
Perché è uno stile unico, che rappresenta l’identità e ciascuna di noi ha un’identità diversa e irripetibile.
E’ normale essere diversi dagli altri.
Ma giriamo il lato della medaglia: perché bisogna necessariamente essere mal giudicati se si è diversi?
Avete mai pensato che, invece, potreste essere ammirate?
Che invece di “guarda come si è vestita quella”, l’esclamazione al vostro passaggio sarà “wow, che stile!”?
Ci vuole coraggio ad essere sé stessi sempre, ma stiamo andando verso una strada che porta alla ricerca della propria unicità, per cui, armatevi di coraggio e provate ad esprimere la vostra personalità con ciò che indossate.
C’è mancanza di abitudine nel vedere le persone essere sé stesse, ma spero sia iniziato un percorso che ci porti verso una più libera espressione di chi siamo.
E’ il passo che ogni donna fa, tutte le volte che si rivolge a me per una consulenza.
E tu? Hai mai pensato di intraprendere un percorso di Consulenza di Immagine?
A presto
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