Ho già parlato tante volte su questo Blog di sostenibilità della moda, ma forse, quello di cui non ti ho mai parlato è come fare a creare un Guardaroba sostenibile.
Inizio col dirti che non ci sono abiti più sostenibili di quelli che già possiedi, ovvero quelli che hai già nell’armadio.
Mi sono accorta che, negli ultimi due anni, complice anche la Pandemia, sono aumentati tantissimo gli acquisti di abiti di seconda mano e Vintage.
Questo può farmi sicuramente piacere, ma, questa situazione, nasconde un’insidia.
In alcuni casi, la modalità in cui ci si approccia a questi canali è la stessa con cui ci si approcciava ai negozi e ai brand di moda Fast Fashion.
Cioè, senza alcuna cognizione, solo perché va di moda e senza strategia alcuna (quando parlo di strategia, per me, vuol dire acquistare qualcosa che si inserirà in modo ottimale nel guardaroba perché sappiamo già come abbinarlo).
Visto che, in alcuni casi, anche il capo di seconda mano o Vintage può costare poco, ho il timore che ci si nasconda dietro la sostenibilità per giustificare gli acquisti, ma che si rischi di rientrare nello stesso circolo vizioso del Fast Fashion.
La sostenibilità del Fast Fashion
Un comportamento ideale che suggerisco di iniziare ad intraprendere è quello di non liberarsi dei capi Fast Fashion a favore del Second hand o Vintage.
Ma di integrare questi ultimi se c’è una reale necessità.
Non mi nascondo: io posseggo molti capi di Zara, acquistati prima di approcciarmi in modo più sostenibile all’uso e consumo dei vari prodotti moda.
Sono ancora tutti dentro il mio armadio: sono d’accordo che alcune cose avranno minor vita di altre, ma, buttare via tutto non risolve la situazione.
Di recente, ho trasformato un abito in una gonna, semplicemente perché la parte sopra si era rovinata.
Compro meno e solo per sostituire quello che si rovina in maniera irreparabile e che non può essere sistemato in sartoria.
Questo stesso approccio lo applico nelle mie consulenze, perché la sostenibilità non è solo una parola ma è un atteggiamento che è necessario fare proprio.
Dobbiamo impegnarci acquistando capi di maggior qualità e che durino a lungo, mettendoci tutta la buona volontà affinché possano durare più tempo possibile.
Il mondo è ormai una discarica a cielo aperto, non puoi più far finta che non sia così.

Quando abbiamo smesso di prenderci cura dei nostri abiti?
Mi sono documentata molto sul perché, ad un certo punto, abbiamo smesso di prenderci cura dei nostri capi.
Ho letto numerosi libri per trovare una risposta.
Forse quella più plausibile che ho trovato è questa: cucire e rammendare siano sempre stati mestieri associati alle donne e che quindi, volendoci emancipare da un mondo che ci voleva sottomesse e casalinghe, ad un certo punto, abbiamo smesso di occuparci di queste cose come atto rivoluzionario.
Ora però, penso sia necessario fare appello ad un po’ di buon senso e capire che, riparare gli oggetti, qualsiasi essi siano, non vuol dire che non potersi permettere di acquistarne dei nuovi ma solo che non è possibile permettersi di buttare via qualcosa solo perché e vecchia, anche se integra e perfettamente funzionante.
Cerchiamo piuttosto di allenare la fantasia e provare a riparare o riutilizzare gli oggetti in maniera creativa.
La Guardarobiera è un profilo che seguo sempre con molto interesse, perché penso che riesca a fare con il rammendo qualcosa di straordinario.
Vi consiglio anche la lettura del libro “La gonna che visse due volte”, all’interno del quale è possibile trovare spunti utili per rinnovare in maniera originale capi di abbigliamento e accessori.
Inoltre, segnalo una mia carissima amica “Sogni Risplendono” che da poco ha iniziato a tenere corsi di cucito in presenza, ma anche on line.
Un approfondimento generale sulla sostenibilità e sul Vintage, potete trovarlo anche all’interno del mio corso “Vestiti Vintage” all’interno del mio Digital Shop.
Non hai voglia di cimentarti nel cucito creativo e il Vintage non ti interessa? Nessun problema!
L’importante è avere consapevolezza delle proprie azioni: compra meno, prenditi cura maggiormente dei capi, porta in sartoria per le riparazioni necessarie e se un capo non ti piace più o non è più della tua taglia, donalo, vendilo, rimettilo in circolo...qualcun altro, sicuramente, ne gioverà.
Cosa ne dici, ti impegnerai anche tu per avere un Guardaroba più sostenibile?
Se vuoi cambiare punto di vista sulla gestione del tuo Guardaroba, iscriviti al mio corso gratuito “Pillole di organizzazione Guardaroba”.
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