Negli ultimi anni, ho eseguito tantissime organizzazioni Guardaroba sia in presenza che on line e mi sono sempre domandata come ha fatto il Fast Fashion ad invadere i nostri armadi.
Voi vi ricordate com’era prima?
E’ un po’ come ricordarsi com’erano le cose prima di internet o dei cellullari.
L’80 % del Guardaroba delle mie clienti appartiene a catene Fast Fashion, così come, forse, anche il vostro.
Non c’è nulla di male e penso sia giusto che esista abbigliamento a buon mercato, di tendenza ed elegante anche per chi non può permettersi di spendere troppo.
Ma, la predominanza delle catene Fast Fashion, ha modificato le nostre aspettative su quanto dovrebbero costare i capi di abbigliamento, per cui, ora ci indigniamo se una blusa costa più di 29,99 euro.
E’ cambiato completamente il concetto di cosa è abbordabile e costoso.
Oltre tutto, le persone, oggi giorno, si vantano dei capi che hanno pagato poco.
Una volta gli abiti venivano fatti per durare, erano tramandati di generazione in generazione, erano considerati di grande valore, per cui, entravano a far parte del patrimonio di chi li possedeva.
Come abbiamo fatto ad arrivare fin qui?
Fino a trent’anni fa, la manodopera che produceva capi e accessori nel settore moda era prettamente italiana.
Tuttavia, quando nelle fabbriche cinesi si cominciò a cucire meglio e crebbero le competenze, cambiò tutto.
Improvvisamente, l’industria della moda si rese conto degli enormi vantaggi che una forza lavoro sfruttata e non sindacalizzata e la totale mancanza di protezione ambientale potevano offrire in termini di margini e profitti.
Così, la maggior parte della produzione dei nostri brand, venne spostata nei paesi in via di sviluppo, perché così era possibile avere una produzione maggiore e un minor costo.
A trent’anni di distanza, possiamo dire che fu una scelta scellerata, perché oggi, ci troviamo con un pianeta inquinato e una sovrabbondanza di capi di abbigliamento di cui non sappiamo più come disfarci.

Oggi giorno si produce di più del fabbisogno effettivo e quindi, l’invenduto sta crescendo a dismisura.
E’ vero, la moda è diventata più democratica, ma ha fatto sì che si perdesse l’individualità e la personalità.
Andiamo in giro vestiti tutti uguali.
Inoltre, la democrazia, non dev’essere solo a vantaggio di chi compra, ma anche di chi produce, che non deve più essere umiliato perché percepisce una paga che non consente il proprio sostentamento.
Non c’è nulla di democratico nelle condizioni in cui lavorano le persone che producono i nostri capi e non c’è nulla di democratico nell’avvelenare il pianeta.
Vi consiglio la lettura del libro “Siete pazzi ad indossarlo”, di Elisabeth L. Cline, se volete approfondire la tematica.
Quanto vale un capo di abbigliamento?
Al mondo d’oggi, ci siamo convinti che un vestito che costi poco non abbia valore.
Questo non è vero, perché il valore di un capo si considera anche in base a quante volte lo si utilizza e se questo soddisfa le nostre esigenze quotidiane.
Il fatto che abbiamo speso poco per acquistare un capo non ci giustifica dal disfarcene come se fosse uno straccio dopo averlo indossato una volta sola.
Dovremmo sempre prendercene cura, per farlo durare il più a lungo possibile.
Sono consapevole che con i capi delle catene Fast Fashion questo sia più difficile, ma dobbiamo tentare.
Sono sempre restia, durante le analisi del Guardaroba, a far buttare dei vestiti, piuttosto, cerco di consigliare la cliente su come poterli abbinare diversamente oppure le consiglio di regalarli o “Swapparli”.
Anche i capi rovinati irrimediabilmente possono essere ancora riutilizzati, per esempio, come stracci per le pulizie.
Oppure, possono essere oggetto di riparazioni tramite rammendo creativo o Upcycling.
Ma di questo, vi parlerò nei prossimi mesi.
Questo post voleva avere l’obiettivo di sensibilizzare le vostre abitudini rispetto all’approccio nei confronti dei vostri abiti e di rendervi più caute sia nell’acquisto di ciò che non è necessario, sia nella dismissione di ciò che non vi piace più.
Spero sia stato di ispirazione e aspetto i vostri commenti.
Graie per la riflessione ben documentata! ho deciso di ricevere le tue email due volte al mese per migliorare il mio rapporto con le cose e mi è piaciuta la tua impostazione discreta
Grazie a te Antonella per il feedback positivo, mi fa molto piacere! Ti ringrazio per la fiducia che hai deciso di concedermi, spero di non deluderti! A presto
Ciao Marisa! Sono assolutamente d’accordo con quello che hai scritto. Cerco sempre di comprare cose di buona qualità, soprattutto gli abiti invernali, perchè sono freddolosa e i vestiti fast fashion sono leggerissimi così come i maglioni di poliestere che non non scaldano. Per chi non ha un budget alto consiglio il vintage, io ho trovato a ottimi prezzi cose bellissime in materiali naturali di una qualità che oggi neppure i grandi marchi adottano!
Brava Marina, fai benissimo! Presto arriveranno tante novità sul mondo del Vintage. A Maggio terrò una lezione molto interessante, ma è solo un primo step di una cosa molto bella che sto creando dietro le quinte 😍