Sulle riviste di moda, ma anche su vari magazine o sui Social si sente spesso parlare di moda democratica.
Sai cosa significa?
Cerco di semplificarti la comprensione di questo termine.
Moda democratica è un termine che sta a significare che, ai giorni nostri, ciascuna di noi può permettersi dal punto di vista economico di aver accesso ai prodotti moda.
Questo concetto è nato con la nascita di tutte quelle catene di negozi con prodotti a basso prezzo.
In passato, gli abiti avevano un valore economico enorme e venivano tramandati di generazione in generazione perché non ci si poteva permettere dal punto di vista economico di poter acquistare capi nuovi.
Le abitudini di acquisto dei consumatori sono cambiate negli ultimi 50 anni e chiunque neghi questa verità, non conosce la storia della moda e il rapporto diretto tra momento storico, cultura e abbigliamento.
Come è cambiata la società e perché si sceglie la moda democratica?
Le persone che hanno iniziato a servirsi in queste catene (mi ci metto anche io nell’elenco), non scelgono capi che possano durare nel tempo, ma l’acquisto è finalizzato al soddisfacimento di un bisogno momentaneo di qualcosa di nuovo da indossare.
Ci si sofferma raramente, prima dell’acquisto, al tipo di utilizzo di questo capo, a come lo abbineremo, in quali occasioni ecc.
E scommetto che quasi nessuno si pone la domanda: cosa voglio comunicare con questo capo di abbigliamento o accessorio?
Questa domanda è il fulcro di tutto quello che è il mio lavoro di Consulente di Immagine.
Ed è proprio per questo motivo che, dopo anni di svolgimento della mia professione, mi sono allontanata gradualmente da questo tipo di approccio allo shopping, perché dannoso alla società e anche all’ambiente.

“Cosa voglio comunicare? Chi voglio essere? “
È una domanda che mette spesso in crisi la cliente, che fatica a focalizzare il proprio messaggio comunicativo.
In una società che ci ha spinto, tramite una moda definita “democratica”, a vestire tutti uguali o a vestire solo per essere accettati dagli altri, ciascuno di noi, fatica a trovare la propria identità.
Come si fa a trovare la propria identità, se il Guardaroba è pieno di capi di abbigliamento che non ci rappresentano veramente e ci distolgono dalla nostra vera essenza?
Se il colore onnipresente è il nero?
Se la maggior parte delle donne è spaventata nell’utilizzare un colore acceso?
Se si ha perennemente paura del giudizio altrui?
La risposta a tutte queste domande è la consapevolezza.
La moda democratica non è amica del tuo Guardaroba, ma la consapevolezza sì
Consapevolezza nello shopping, per me, vuol dire esternare con abiti e accessori il nostro mondo interiore, la nostra personalità, il nostro ruolo nel mondo, la nostra professione.
Conoscere i codici comunicativi dei colori, degli accessori e delle fantasie, dei tessuti o tagli di abito, aiuta a rendere più consapevoli le proprie scelte.
Durante l’analisi ed organizzazione del Guardaroba, pongo tante domande sul perché i capi che non si utilizzano, sono stati acquistati (circa il 25/30% del contenuto del guardaroba di ogni donna viene realmente utilizzato).
Domando cosa rappresentava quel capo quando è stato acquistato, che consapevolezza si aveva del suo utilizzo.
Queste domande vengono fatte sempre dopo aver identificato i gli obiettivi di comunicazione della cliente.
Infatti, le risposte che arrivano, sono come una rivelazione e si capisce chiaramente dove e perché sono stati fatti determinati errori di acquisto.
Fare queste domande prima di lavorare sulla propria comunicazione, rende il lavoro di organizzare un Guardaroba completamente inutile.
Perché, organizzare l’armadio di una persona, non vuol dire semplicemente mettere ordine, dividere per categoria o colore, ma offrire una chiave di lettura per comprendere meglio sé stessi.
Se il lavoro sul proprio Guardaroba viene fatto in funzione della propria identità, il risultato sarà che, acquistare per il mero gusto di farlo non darà più soddisfazione, ma si acquisterà solo quello che ci darà la percezione di essere un prolungamento della propria identità.
Tu cosa ne pensi? Acquisti per il gusto di farlo o scegli in maniera più consapevole?
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